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Le sue fotografie sono come affacciate su un continuum spazio-temporale indefinito e insieme eterno, palcoscenico ad attori eterei e sfuggenti come i ricordi di voci appartenenti al passato, dolci e rassicuranti. I suoi lavori sussurrano un “Panta Rei” che è tanto personale quanto universale, di ciò che scorre e non torna, ma al tempo stesso assume nuove forme e crea una realtà “altra” grazie al ricordo, alla continuità dei luoghi e all’amore, anelito e stimolo epifanico di un’arte garbata, semplice e gentile.       

Ilaria Baiocchi (Giornalista)

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Pio TARANTINI

Imago

Le fotografie di Pio Tarantini evocano il fluire del tempo, intrise di una malinconia vitale che unisce chiarezza e fuggevolezza.
In esse il reale si intreccia con memoria e immaginario, rivelando una realtà fatta non solo di luce e visibilità, ma anche di oscurità, latenza e mistero.

La terra natale si manifesta come un grembo originario a cui sempre si ritorna, sospinti da una nostalgia stringente e dal desiderio incontenibile di rivedere, di riconoscere e di rappresentare mondi, atmosfere e momenti.

Una poesia del paesaggio interiore. 

E' la narrazione del richiamo eterno e romantico del proprio paese d’origine. Il Salento emerge come terra madre, radice viva e antica, distesa sul Mare Nostrum e abbracciata da una luce solare che la rende intensa e lirica. Tenace e al tempo stesso delicata, ritratta in atmosfere crepuscolari e streganti.

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Imago

Imago

Pio Tarantini ha realizzato un lungo e complesso percorso di ricerca fotografica, dai primi lavori compiuti di reportage sociale alle più recenti ricerche che lo vedono impegnato nell'approfondire le sue tematiche più care attraverso uno stile ormai consolidato. In questo senso, grande importanza ha rivestito nella sua ricerca l'approfondimento della rappresentazione della precarietà della presenza umana nel mondo attraverso i suoi numerosi e noti lavori in cui la figura umana è ripresa con la tecnica del mosso, sia inserita in contesti riconoscibili che isolata su sfondi neutri o astratti  (Studi sul mosso, 2002; L'ombra del Vero, 2003, Imago, 2008). 

"Una ricerca artistica dal percorso quasi circolare, cominciato sin dagli anni settanta, quando Tarantini realizza i suoi primi studi in bianco e nero sulla figura umana ripresa con il “mosso” fotografico che ne accentua la precarietà della visione. Il lavoro comprende due gruppi principali: da una parte opere della sua ricerca sulla figura umana che diventa protagonista assoluta, scandagliata, scomposta, “traccia” di vita in contesti minimali, quasi astratti; e dall’altra opere in cui la traccia della figura umana è inserita all’interno di un discorso visivo più vasto e contestualizzato, dove il paesaggio o l’ambiente rivestono un ruolo importante.

Le figure lasciano una traccia riconoscibile e nello stesso tempo sfuggente, complessa, quasi a sottolineare una dilatazione del tempo, il contrario della “cristallizzazione” tipica della fotografia".

(Estratto del Comunicato Stampa della mostra Imago 2018)

"Le fotografie di Pio Tarantini non sono una semplice rappresentazione di qualcosa, e neppure un gioco fantasioso realizzato grazie a mossi e a lunghi tempi d’esposizione: sono immagini attraversate dal profumo del tempo, da una malinconia penetrante e vitale. Facendo coesistere chiarezza e fuggevolezza, l’autore s’inoltra nel terreno fluido e incerto dove il reale si biforca, s’intreccia con la memoria e l’immaginario, con il visibile e l’invisibile. […] Allusive, frammentarie, simili a cenni aperti verso possibili racconti, le sue immagini ci rivelano come la realtà non sia solo luce, chiarezza, ma soprattutto oscurità, inconoscibilità senza fondo, latenza, fugacità".

Gigliola Foschi (Scrittrice e Docente di Fotografia)

Salento

Salento

 

"Credo ci siano abbastanza elementi perché ogni mio ritorno sia un sussulto emotivo".

Pio Tarantini

"Durante la sua corposa carriera e le molteplici esperienze di ricerca fotografica, Tarantini ha indagato spesso il paesaggio e le città pugliesi e ne ha offerta nel tempo una visione d'insieme particolarmente ricca e poliedrica. I suoi tanti lavori e le relative pubblicazioni, in prospettiva, testimoniano questo continuo richiamo della propria terra che lo ha accompagnato per tutta la vita e al quale l'autore si è arreso spesso con serena partecipazione e con estremo entusiasmo, mettendo l'una e l'altro a disposizione del suo estro e del suo talento per disegnare con la fotografia vividi racconti sempre nuovi, sempre diversi".

Giusy Tigano (Curatrice) 

"Pio Tarantini racconta la sua terra, la Puglia, con uno sguardo attraversato dai ricordi, in bilico tra emozione e osservazione distaccata, tra sentimento e documentazione. La sua è una visione pacata, lenta, lontana dall’ansia del viaggiatore e dalle frenesie della contemporaneità. Una visione accudente, quasi protettiva, che si nutre di silenzi, di tempi dilatati. Capace di avvertire la presenza della Storia nei luoghi, di accogliere il paesaggio nei suoi aspetti minimi, più fragili e intimi. La luce del crepuscolo, che avvolge ogni cosa con delicatezza, immerge lo spettatore in un’atmosfera malinconica, allusiva, al contempo precaria e sospesa. La precarietà di un mondo dove la Storia viene sempre più minata dal presente, dove il passato assume il volto della traccia, della reminiscenza collettiva sempre più difficile da identificare.”.

Gigliola Foschi (Scrittrice e Docente di Fotografia)

Feeling Home

Feeling Home

Sentirsi a casa, negli scatti di Pio, è un viaggio a ritroso che prende forma grazie alle tracce di vite trascorse che affiorano dai muri intonacati a calce e scoloriti dai raggi del sole cocente, alla natura che instancabile riconquista un uscio abbandonato, allo sguardo che scorre di stanza in stanza senza incontrare alcun ostacolo, a umili oggetti di uso quotidiano abbandonati nella penombra di un interno, ai nodosi, aggrovigliati e contorti ulivi in guisa di cattedrali erette dalla natura a difesa della terra rossastra che li nutre, presenze silenziose e discrete, immerse in una luce morbida e fluida, in sottofondo il frinire costante delle cicale.

Sentirsi a casa è anche e soprattutto il Genius Loci delle proprie origini, che il cuore custodisce e porta sempre con sé e con cui anela a ricongiungersi. Casa sono le campagne assolate, il vento tra le canne, le tante testimonianze di architettura barocca, l’eco delle voci della festa e gli ulivi secolari e possenti, paesaggi e scorci narranti un senso di appartenenza che, alimentato dal tempo e dalla distanza, rende ancora più intenso il legame intrattenuto dall’artista con la propria terra.”.

Ilaria Baiocchi (Giornalista)

​"Tarantini ha scelto di rappresentare della sua terra i colori, le case e le colonne di tufo, i casolari, gli uliveti, il mare. Un ritratto amorevole e a tinte forti, ove la presenza umana è sempre solo accennata con la tecnica del mosso, a lui cara, per accentuare la presenza transitoria dell'uomo e il suo muoversi incerto e non definitivo in una cornice che invece gli sopravvivrà ed è e sarà madre di altri figli, casa desiderata per altre famiglie, memoria instancabile di nuove generazioni. 

La casa di Tarantini  è dunque un racconto delicato e profondo nello stesso tempo, che rivela anche nel linguaggio (impostato su tinte sature, sincere e talvolta persino impetuose) quanto sia stimolante e potente per l'autore il ruolo della memoria e delle radici - anche dopo molti anni dalla propria partenza. Poter rappresentare quel mondo - allontanato ma mai perduto - diventa per lui orgoglio di testimonianza e affermazione quasi commossa di identità".

Giusy Tigano (Estratto dell'introduzione critica al portfolio dell'autore nel libro fotografico "Feeling Home, Sentirsi a casa")

Questo portfolio ha costituito la proposta artistica di Pio Tarantini in occasione della mostra fotografica itinerante FEELING HOME curata da GT Art Photo Agency (2017-2021).

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